A.M.Bonfiglio con il poeta Evtusenko
A.M.Bonfiglio con il poeta Evtusenko

Alcuni giudizi critici

Nella poesia di Anna Maria Bonfiglio c’è una perfettamente espressa adesione, in un certo senso gioiosa, alla vita e il tutto in modi di espressivissima semplicità, una semplicità che sta su un sorvegliatissimo filo di rasoio, un equilibrio che le consente di non essere mai banale e mai allo stesso tempo ricercata. ( Andrea Camilleri )

 

Versi gradevolmente legati a remote aure poetiche (penso a Becquer, per esempio). Oggi che la poesia somiglia spesso a una camera di tortura sperimentale, può essere meritorio coltivare un’educata grammatica dei sentimenti. (Gesualdo Bufalino).

 

Ho letto la sua nuova raccolta di versi sempre piena di un’acuta sensibilità morale che conduce il Suo discorso poetico verso la meditazione e la sentenza con una nettezza di modi e di forma che lo rendono sempre vivo e persuasivo. (Giorgio Barberi Squarotti)

 

(...) la sua poesia mostra una certa sapienza letteraria e buona padronanza di linguaggio. (Dacia Maraini)

 

(…) una poesia di matrice lirica e costruita nel cesello dell'immagine, ma intimamente legata al filo dell'esperienza. (Fabio Scotto)

 

La Bonfiglio è una poetessa di grandi risorse emozionali e qualità trasfiguratrici, con un linguaggio sempre chiaro e felicemente evocativo, qualità presenti in tutte le liriche delle varie raccolte.(Giuseppe Susini)

La poesia di Anna Maria Bonfiglio è un modo particolare di abitare il linguaggio, quindi un modo di abitare la vita. Dentro lo stesso linguaggio fioriscono, nascono e muoiono tutte le contraddizioni che la sua vita attraversa. La stessa poesia obbedisce con grande sensibilità e intelligenza alle ragioni antropologiche che la sottendono, giacché essa produce nel contempo funzioni culturali legate alla conoscenza sia individuale che sociale. (Francesco Carbone)

 

(…) poesia essenzialmente autobiografica, nutrita di innumerevoli linfe culturali, scandita da frequenze sonore e da un dickinsoniano fuoco dentro il ghiaccio che attiva un cortocircuito che dà vita al testo.(Pino Giacopelli)

 

Anna Maria Bonfiglio mostra una buona compattezza e compiutezza formale: «A passi muti il tempo mi raggiunge / e se mi ha tolto l’ansia dell’attesa / mi ha riportato nuvole passate. / Sedie bambine al muro / […] / ed un vestito a righe bianche e nere / che di giorno danzava a una vetrina». Si affida alla semplice normalità della memoria, e non le nuocerebbe un pizzico di brio: «E a contare quello che resta / basta un sospiro: / carezze andate, notes e minute, / mucchi di carta in giro per la casa».(Maurizio Cucchi)